Dopo aver letto dell’origine antichissima dello street food, si potrebbe essere tentati di pensare che tutto ciò che viene servito da asporto in Italia sia discendente di quelle ricette millenarie. Facile cadere in tentazione, visto che la Penisola è da sempre crogiuolo di culture ed è stata attraversata nel corso dei secoli da decine se non centinaia di popolazioni diverse.
Se è vero che la tradizione gioca un ruolo fondamentale nel panorama del cibo da passeggio, l’Italia è tuttavia non indifferente alle trasformazioni, alle contaminazioni e alle invenzioni tout court.
Il caso del trapizzino…
L’esempio più lampante in questo senso è quello del Trapizzino, ormai fenomeno mondiale con punti vendita in franchising sia in Italia che all’estero e sedi anche a New York e Tokyo, nato letteralmente come “scarpetta da asporto” in una pizzeria al taglio di Roma nel 2005.
A essere tradizionali sono le farce di questa tasca di pizza, inventata dallo chef Stefano Calegari: polpette al sugo, pollo alla cacciatora, parmigiana di melanzane e tante altre ricette classiche sbirciate a nonne e zie, ma trasformate nel cuore di questo “tramezzino di pizza”.
… E quello dell’Itamaki
Questa recente invenzione milanese ha sfruttato intelligentemente la passione italiana per il cibo giapponese, e ha creato una versione tutta locale della ricetta del temaki (riso e pesce in un cono d’alga nori): dentro ‘nduja, pesce, caponata o carne, ma fuori una pasta speciale che dell’ingrediente giapponese ha solo il colore (grazie al carbone vegetale!).