Finora vi abbiamo ingolosito con esempi di street food popolari che, anche se originari di altre zone del mondo, è frequente veder nominati o addirittura cucinati in Italia.
Ci sono però dei casi di ricette molto apprezzate che non possono in alcun modo trovare il favore del nostro palato occidentale: a riprova che il gusto non è necessariamente una questione universale, nello Stivale troveremmo le proposte che seguono assolutamente disgustose.
Mangereste una zuppa di placenta di cerva?
La risposta dovrebbe essere ovvia, e invece è uno degli street food più richiesti a Shanghai, dove le proprietà mediche della placenta la rendono popolarissima. Secondo la medicina tradizionale cinese, questa pratica aumenta i livelli di energia, allontana il rischio della depressione (specialmente post-partum) e ha proprietà anti-age.
Porcellini d’India: questione di punti di vista
Da noi un porcellino d’India, come il criceto del resto, è un dolce animale da compagnia. Non così in Perù, dove sono allevati per la loro carne tenera e saporita, simile a quella del maialino da latte. Non deve stupire, allora, che uno dei capisaldi della cucina del paese sudamericano sia proprio lui, il cuy come lo chiamano gli abitanti locali. Lo si cucina in molti modi, ma quello “picante” ha sempre un particolare successo. Fra i peruviani, ovvio.
Gli isaw, gli arrosticini filippini
Chi viaggia verso le Filippine li avrà senz’altro visti: si chiamano isaw e hanno un aspetto assai gustoso, ma prima di metterli in bocca bisogna che sappiate che anche se stanno a quella nazione come gli arrosticini all’Abruzzo si tratta di spiedini di intestini, specialmente di maiale. Perché anche in quella zona del mondo, ovviamente, del porco non si butta via nulla!